In un fine settimana dedicato principalmente alla riflessione interiore per accompagnare Alessio nel suo percorso verso la Confermazione, non è mancato qualche momento, per due genitori discoli, come me ed il mio amico Enrico, di fare un salto verso mete naturalistiche.
Ed eccoci arrivati alla gola del Furlo, siamo sulla antica strada Flaminia, che da Fano portava a Roma, attraversando questa stretta gola con una galleria che ancora oggi a senso unico alternato, consente il passaggio agli autoveicoli:
oltrepassata la gola, che è stata formata dal fiume Candigliano incidendo l'anticlinale e di fatto separando due monti che raggiungono quasi i mille metri (889 e 976 m.slm) chiamati Pietralata e Paganuccio. Vediamo il fiume ed, in fondo una delle vecchie cave di pietra rosa:
da vicino il fiume si mostra impetuoso e a tratti profondo:
Ma il richiamo degli strati di roccia è troppo forte, ci incamminiamo verso una strada in salita:
qui si comincia a vedere di cosa è formata questa zona: torniamo indietro di 200 milioni di anni, siamo sul fondo del mare, sedimenti calcarei cominciano ad accumularsi e, strato su strato, iniziano la costruzione di quelle che diverranno montagne nelle quali oggi leggiamo la storia della terra, gli strati, originariamente orizzontali, come in questa immagine, e che oggi vediamo interessati da fenomeni di carsismo dovuto alle acque visibili anche in superficie:
si sono, per effetto delle spinte orogenetiche, sollevate, piegate ed inclinate,
raggiungendo , in alcuni casi, una inclinazione di 90°:
I colori vanno dal bianco ad un incredibile rosa salmone:
Fino al rosso carico, in alcuni tratti ricco di ammoniti, tanto da renderlo somigliante al rosso ammonitico veronese.
Alcune vecchie cave della zona consentono il recupero di diversi campioni, che fotograferò in seguito, sempre emozionante visitare cave dismesse, lo sa bene Marco, che, come me, di queste cose ne va matto.
Non manca l'occasione per farsi riprendere dopo una miniscalata a vette non paragonabili al K2:
Come non manca l'occasione per riprendere qualche sprazzo di primavera, in una giornata dal cielo grigio e a tratti piovosa:
un muscari dal delicato profumo:
Un tappeto di viole:
una pianta non identificata, somigliante ad orobanche, ma con ampie foglie tondeggianti :
Poi, comincia a piovere sul serio, meglio riprendere la strada di casa, ma con la promessa di ritornarci, ci aspettano kilometri di sentieri sui due monti, e cave abbandonate, vere biblioteche dove sono raccolti i libri della storia di Gaia.