Stamattina doveva essere una giornata di escursione con l'università al parco dei Gessi, ma appena ricevuta informazione del sisma, tre dei ragazzi del corso, abitanti tra Medolla e Cento, hanno chiesto di tornare a casa. Così li ho riaccompagnati in auto, considerando il blocco e ritardo dei treni. Alle 13.00 abbiamo vissuto in diretta sul posto il sisma: eravamo in auto e si è sentito chiaramente, la fila dvanti a noi si era fermata e alcuni autisti erano per strada. Fa uno strano effetto vedere come si trasforma, nel giro di pochi kilometri, il paesaggio, si passa dalla normalità al vedere qualche persona fuori casa, poi aumentano i mezzi di soccorso in giro, vigili del fuoco, carabinieri, ambulanze, intanto vedi qualche edificio crollato e sempre di più nei volti che incontri espressioni sgomente. Bisognerà imparare a convivere con le scosse, non è facile, arrivi alla condizione psicologica dell'attesa, sei in attesa continua con tutti i sensi tesi della prossima, e sembra non finire più. L'occhio va continuamente al lampadario, a qualsiasi cosa che oscilla, alle cime degli alberi. Si impara a convivere anche con le scosse, ma non è facile.
Esprimo tanta solidarietà ai miei compagni di corso e a tutte le persone che si trovano nelle zone critiche.